Appello vinto in toto, riconosciuto al correntista la rettifica del saldo di conto corrente

Un bel regalo di quasi 600.000 euro dalla carissima Banca che si è difesa fino alla fine su una causa già vinta in primo grado.

Il saldo di conto corrente dovrà essere rettificato alla data del 31/12/09 con una utilità economica per il correntista di circa 600.000 euro.

Lo doglianze della Banca in appello si sintetizzano nella:

  • improcedibilità della domanda, essendo il conto ancora in essere;
  • nella eccezione di prescrizione;
  • nella applicazione della delibera CICR (Comitato interministeriale per il credito e il risparmio) del 9 febbraio 2000.

La Corte Meneghina respinge tutte le eccezioni della Banca e accoglie invece quelle effettuate dal Dott. Roberto Giansalvo durante le operazioni peritali aumentando di circa 14.200 euro il ristorno per il correntista. In pratica la Banca si fa un autogol clamoroso!!!!

In merito alla improcedibilità della domanda la Corte riconosce che è sempre ammissibile l'azione di accertamento per violazione di norme imperative ai fini della determinazione e liquidazione degli oneri finanziari applicati dalla Banca.

In merito alla eccezione di prescrizione la Corte indica che la sentenza di Corte di Cassazione numero 4518 del 2014 ha ritenuto la presunzione della natura ripristinatoria dei versamenti eseguiti dal correntista in costanza di rapporto, questo in quanto il rapporto di conto corrente è un rapporto di durata e non si esaurisce in un'unica operazione.

Una diversa finalità dei versamenti deve essere allegata e provata da chi ne eccepisce l'esistenza.

In merito alla capitalizzazione ed eventuale decorrenza della delibera CICR del 9/2/00 la Corte rileva che il rapporto in origine era regolato dalle NUB (Norme Bancarie Uniformi) che all'articolo 7 stabiliscono la possibilità per la sola banca di applicare la capitalizzazione trimestrale. Detto meccanismo contabile ai sensi dell'articolo 1283 del codice civile deve ritenersi protratto per tutta la durata del rapporto mancando in atti la prova circa l'avvenuto adeguamento alla delibera.

Oltre al rigetto di tutte le domande la banca dovrà pagare euro 20.000 per la errata segnalazione in Centrale Rischi e rettificare il saldo con un aggravio di ulteriori 14.000 euro circa per le osservazioni effettuate dal Dott. Giansalvo.

La corte riconosce inoltre le spese di CTP e condanna la Banca alle spese legali.

Insomma vittoria su tutti i fronti.